Nel gergo comune a volte si tende spesso a sovrapporre i concetti di “valore” e “prezzo”. Tuttavia, mentre il processo attribuzione del valore – pur venendo quest’ultimo stimato sulla base di formule e modelli condivisi – è influenzato da aspetti anche emotivi, quali l’attaccamento dell’imprenditore all’azienda o l’ambizione del potenziale acquirente a realizzare una rapida crescita, il prezzo viene invece definito con certezza nel momento in cui il valore percepito da chi vende si incrocia con il sacrificio monetario che l’acquirente è disposto a sopportare.

VALUTAZIONI D’AZIENDA

Sono molti i soggetti interessati alla misurazione del valore economico generato (o distrutto) dall’impresa, ma al di là della prospettiva particolare adottata da ciascuno stakeholder, è necessario che i sistemi di valutazione si fondino su principi comunemente accettati e riconosciuti, al fine di giungere a risultati quanto più condivisi e condivisibili.

Il processo valutativo esige, oggi, la fusione di due categorie di competenze: (i) aziendalistiche, per cogliere, negli aspetti sostanziali, le capacità e le prospettive delle aziende; (ii) di finanza aziendale, per dominare nell’aspetto quantitativo temi quali tassi, moltiplicatori, flussi, “premi” e “sconti”, volatilità, sensitività fondatezza dei modelli e così via. Il valore d’impresa difficilmente coincide con la somma dei valori dei beni di cui si dispone, poiché l’impresa stessa ha una sua dimensione che va oltre la pura consistenza fisica con cui si presenta sul mercato. Ogni volta che si valuta un’azienda ci si pone oltre alla questione di misurazione dell’attivo e del passivo, anche il problema di considerare aspetti immateriali che contraddistinguono la specificità dell’impresa stessa e le sue prospettive.

I modelli di misurazione del valore prodotto dall’impresa si basano sull’assunto che la gestione debba generare un ritorno sul capitale investito superiore al costo medio (ponderato) del capitale raccolto: in tale costo è ricompreso, oltre agli oneri finanziari connessi ai finanziamenti da terzi, anche il ritorno atteso dai soci che hanno investito nel capitale aziendale. In altri termini l’impresa, per creare valore nel lungo periodo, deve essere in grado di far fruttare il capitale investito netto in misura tale da remunerare adeguatamente tutti i finanziatori, ivi inclusi i soci, conservando altresì un margine per la propria crescita.

Valutazioni

  • Valutazioni di Business (tra cui gruppi, aziende, rami d’azienda) per operazioni straordinarie
  • Valutazione di Asset Intangibili (tra cui Marchi, Licenze, IP, Brevetti, Diritti) finalizzati a rivalutazioni
  • Valutazioni per Reporting (tra cui Purchase Price Allocation, Impairment Test)
  • Scenario e sensitivity analysis per supportare la negoziazione con istituti finanziari
  • Valutazione per supporto nella negoziazione con potenziali investitori
  • Valutazione di progetti di investimento

Perizie ex-lege

  • Perizie di valutazione nell’ambito di piani redatti ex art. 67, artt. 160 e seg. e art. 182 bis L.F.
  • Perizie e valutazioni in base alla L. 102/2009 cd. Scudo Fiscale
  • Perizie e valutazioni per affrancamento partecipazioni
  • Relazione di stima dei conferimenti ex art. 2343 e 2465
  • Relazione di stima per la trasformazione in società di capitali ex art. 2500 ter c. 2
  • Relazione degli esperti in caso di fusione ex art. 2501 sexies