Il nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, che riforma la Legge Fallimentare, pone a carco degli amministratori della società la responsabilità per le obbligazioni sociali (cioè di tutti i debiti della società verso dipendenti, stato, banche e fornitori), nel caso in cui l’azienda sia stata gestita senza un sistema di controllo ovvero un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile che rilevi tempestivamente la perdita della continuità aziendale.

CRISI: SEGNALI E CAUSE

Una crisi aziendale non si manifesta mai all’improvviso, ma generalmente è preceduta da una serie di SEGNALI. Questi, se riconosciuti in tempo, permettono all’imprenditore di risalire alle cause della crisi in atto e intervenire prima che la situazione si aggravi.

Taluni segnali sono identificabili grazie all’analisi dei dati contabili:

  • fatturato in calo da diversi anni
  • marginalità in flessione
  • perdite d’esercizio molto ampie
  • oneri finanziari insostenibili
  • crescita costante del rapporto di indebitamento
  • squilibrio del passivo finanziario sul breve termine rispetto al lungo termine.

Generalmente le CAUSE sono da ricercare all’interno dell’azienda; per lo più sono da ricercare tra le decisioni dell’imprenditore e dell’area manageriale.

Le principali cause interne:

  • errori commessi dal management nella definizione del prodotto o del mercato
  • inefficienza di tipo produttivo o organizzativo
  • incapacità di stare al pari con i competitors a causa della dimensione dell’azienda, del costo di produzione, del marketing o della mancanza di innovazione
  • struttura finanziaria errata, ad esempio con una prevalenza di debiti a breve termine rispetto a debiti a medio/lungo termine
  • incapacità di gestire in modo corretto l’incasso clienti o la gestione scorte.

Tuttavia, a volte le cause possono risiedere in agenti o avvenimenti esterni all’azienda quali il calo della domanda di mercato, un cambiamento tecnologico improvviso, l’ingresso di competitors importanti nel mercato, una crisi del sistema, o una catastrofe naturale, e così.

RISANAMENTO: NON PER LA MERA SOPRAVVIVENZA, MA PER IL RILANCIO

L’attuale crisi economica è diversa dalla precedente: questa volta la radice non è nel sistema finanziario

Spesso, quando si pensa alla ristrutturazione, si passa subito al taglio dei costi, tuttavia c’è molto di più di questo. Negli ultimi anni l’attenzione si è sempre più spostata verso la ristrutturazione della cultura e sull’innovazione. Il processo di ristrutturazione:

Può essere opportuno puntare ad una rifocalizzazione strategica sul core business, una riconversione con sostituzione delle linee produttive esistenti, una riqualificazione dei processi produttivi, una riorganizzazione aziendale, un intervento sul piano finanziario, anche attraverso una ristrutturazione dei debiti contratti.

La fase di ristrutturazione e rilancio dovrebbe durare intorno ai 3-5 anni.

Quando la situazione è più grave e la banca è proprio tra i soggetti creditori, vi sono mezzi previsti dalla legge in grado di consentire all’imprenditore di risanare la propria situazione ricevendo protezione da eventuali azioni legali esercitate dai creditori.

Gli istituti giuridici orientati al risanamento sono attualmente contenuti nella Legge Fallimentare, sebbene recentemente è stato introdotto il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che ha previsto alcuni correttivi ai seguenti strumenti. Si tratta di:

  • Piano attestato di risanamento art. 67, terzo comma lett. d) L. Fallimentare;
  • Accordo di ristrutturazione dei debiti, art. 182 bis L. Fallimentare;
  • Concordato preventivo, art. 160 e ss L. Fallimentare